IN MOLTI TROVANO RIFUGIO IN VIA SAMMARTINI

_OFK2568Molte persone, più del previsto, sabato scorso alla visita guidata del Rifugio Caritas di via Sammartini e ad ascoltare storie dei Magazzini da chi ci viveva e lavorava. I visitatori, di ogni età, erano parecchi e per condurli a visitare i locali del Rifugio si sono velocemente dovuti organizzare due turni. Si tratta della terza volta che il Rifugio si apre a visite esterne organizzate, e sempre con grande curiosità e interesse dei cittadini che arrivano anche da quartieri distanti.

_OFK2541Ai visitatori l’architetto Laura Romanò, progettista del Rifugio, ha mostrato e raccontato la trasformazione dei due magazini in luogo abitabile da una comunità, con distribuzione di spazi e scelte estetiche che potessero essere adatte ad ospitare (per periodi fino a 6 mesi) persone in percorso di risalita: quindi attenzione a un po’ di privacy, ad avere custoditi i propri oggetti, avere riferimento fisso in una delle stanze – di solito da 4 persone – ognuna un po’ diversa dall’altra per colori…

_OFK2608Luca Valisi, responsabile del Centro, ha poi spiegato l’organizzazione e il lavoro dei volontari che fanno funzionare un centro serale e notturno per un massimo di 64 persone. Si entra alle 18 e si esce alle 8 di mattina, durante il giorno si seguono percorsi di reinserimento individuali progettati già dal momento dell’ingresso che vanno dalla formazione al riorientamento sociale e lavorativo in diverse sedi e strutture.

_OFK2547Concluse le visite, ci si è riuniti nella sala comune; dopo una breve presentazione da parte di Angelo del lavoro del Fas e della realizzazione del libro sui Magazzini, Viviana ha condotto una chiacchierata-intervista sulle storie di lavoro e vita di due ditte rappresentative della passata vita commerciale dei magazzini: la Coalca (presente Nicola Pratesi, figlio di uno dei due fondatori) e la Cavallini oli e vini toscani (presente Anna Cavallini, figlia del titolare Antonio).

Entrambi hanno ripercorso e ampliato le interviste contenute nel libro, con storie e aneddoti che riportavano a un mondo attivo, conosciuto in tutta la città, legato a storiche realtà della ristorazione, dello sport… come anche a momenti drammatici della guerra: i bombardamenti – “mio padre mi diceva sempre che il terrapieno dei magazzini ha salvato tante vite”.

_OFK2591Inaspettato e graditissimo poi l’intervento di un visitatore, che ha spiegato di essere un nipote del fondatore di un’altra ditta storica: la Pirola e Passerini imballaggi, seconda per numero di magazzini occupati dopo la Coalca. Giuseppe Passerini si è unito agli altri due “eredi di memorie” con cui dopo aver delineato quel mondo e la sua economia ha anche ricostruito la storia di accoglienza che ha caratterizzato queste arcate sotto i binari da quando Fratel Ettore Boschini, dell’ordine dei Camilliani, vi organizzò dal nulla un dormitorio ottenendo un magazzino dalle Ferrovie.

_OFK2610I visitatori, assieme a molti ospiti che rientravano “a casa”, e ai volontari, hanno seguito con grande interesse gli interventi che dopo poco si sono trasformati in una vivace conversazione pubblica tra i tre che si ritrovavano e ricostruivano un’epoca così diversa dall’attuale.

Al termine i volontari hanno offerto a tutti un rinfresco che ha visto mescolarsi e chiacchierare al buffet e ai tavoli i presenti, come accade qualunque iniziativa culturale. Vedere come si vive “lì dentro” ha colpito molto i visitatori, ma anche il portare lì le “storie dei Magazzini” ha rappresentato un evento per chi ci vive. _OFK2605E l’idea di aprire i luoghi della solidarietà sociale alla città, come già accade in zona per il Refettorio Ambrosiano, di farne spazi risorsa, si dimostra sempre vincente.

Come ha detto una nostra socia: “per me e’ sempre una gioia quando le realtà del quartiere si aprono agli abitanti. In particolare quando si tratta di aiuto e solidarietà. _OFK2614Le persone – di natura diffidenti verso il prossimo che non conoscono – hanno potuto apprezzare con quanta dignità operatori volontari e ospiti lavorino insieme per ridare fiducia a chi l’ha persa per i motivi più diversi”.

Così, verificato che “c’è vita sotto i binari”, abbiamo salutato il Rifugio sempre più convinti che i cittadini riporteranno nuova vita anche “intorno”.

Qui le riprese delle varie fasi dell’incontro con la visita guidata e le interviste:


Qualche immagine della serata:

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